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Novembre, 2020Novembre 13, 2020

La Famiglia e la Villa Bassi a Sacerno


I primi componenti della famiglia Bassi a Sacerno appaiono nei Libri dei Battesimi della Parrocchia di S. Elena alla fine del ‘500 ed esercitavano il mestiere di fabbro e falegname anche nelle costruzioni edili, dove l’impiego del legno e del ferro era notevole.
Dopo aver raggiunto il livello di benestanti e di conduttori di poderi in affitto, negli ultimi decenni del ‘700 emerse la figura di Angelo, che eseguiva pure lavori di manutenzione e di restauro nelle ville e negli edifici rustici delle possessioni dei nobili.
Alcuni di questi proprietari di famiglie anche senatoriali, avendo difficoltà a pagare i debiti e a restituire i prestiti, concessero allo stesso Bassi poderi in affitto, che successivamente riuscì ad acquistare.
In questi ultimi decenni del ‘700, egli seppe approfittare della possibilità di condurre con il sistema dell’affittanza poderi e tenute, come quelle dei Bentivoglio alle Budrie e delle suore di santa Margherita.
Con i proventi ricavati, il commercio del legname da costruzione e la sua esperienza artigiana, fece costruire la Villa a Tavernelle, poi dei Manzoni e dei Terracini.
I figli Giuseppe e Camillo, nel periodo della dominazione francese, acquistarono terreni nella fascia di comuni, che da Pieve Penzale va a Sasso Praduro, inoltre immobili, negozi ed opifici in città, favoriti negli acquisti della vendita all’asta dei beni già degli ordini religiosi, soppressi in età napoleonica.
Giuseppe acquisì gran parte dei terreni, che formarono la tenuta Sacerno e il palazzo cinquecentesco, già dei Pastarini Orsi. Il figlio Raffaele estese la sua proprietà per tutta la provincia di Bologna e alla sua morte, avvenuta nel 1866, lasciò una tenuta a ciascuno dei sei figli.

La tenuta Sacerno fu ereditata dal figlio Luigi, che costruì nel 1869 la villa e fece eseguire il rettilineo nella via Sacernia, nel tratto che dalla Persicetana porta al parco della stessa Villa Bassi.

Dopo acquisti e permute con il confinate Conte Spalletti, Luigi Bassi, mentre fece costruire la strada rettilinea che dalla Persicetana porta alla villa, spostò a nord la curva per Sacerno, onde ricavare il terreno  per ampliarne il parco.

Egli considerava l’agricoltura una nobil arte ed attuò un ampio progetto di miglioria nei terreni e in alcuni poderi inizio la gestione a bovaria, ossia una gestione diretta con l’impiego di braccianti, allo scopo di incrementare l’allevamento del bestiame.
Dopo la guerra franco-prussiana del 1870, la carne e le derrate erano molto apprezzate, così sperava di mettere a frutto gli investimenti fatti. Nei successivi anni 1880 invece i prezzi dei grani e dei prodotti in genere subirono un forte calo, per la concorrenza dei grani dell’America e di altri paesi.
Di fronte alla flessione  delle entrate, per pagare i debiti contratti chiese un mutuo di 200.000 lire dalla Cassa di Risparmio di Verona; affinché questo debito non intaccasse la dote della moglie, contessa Cornelia Mattei, la conduzione della tenuta passò al figlio Cesare Bassi.
Cesare, pur in giovane età, aveva uno spiccato senso degli affari, sia nelle trattative con i mercanti dei vari generi, specie del bestiame, che nei calcoli della produzione agricola. Adottò infatti alcune innovazioni: ridusse l’uso dei concimi organici per quelli chimici, riportò alcuni poderi a mezzadria, per limitare l’impiego della manodopera bracciantile.
Estinse il mutuo e, anche per le migliorie negli scoli e nella coltivazione della vite operate dal padre, la tenuta divenne idonea alla redditizia coltivazione della canapa, del grano e del vino.

La villa era un luogo accogliente ed elegante per i periodi di villeggiatura, nello stesso tempo era il centro operativo della attività rurale della azienda, con la sua ampia cantina, i suoi magazzini e granai.

Verso la fine degli anni ’20, egli acquistò il palazzo di via Barberia 32. Poco prima aveva sposato Giuseppina Adalcisa Allardi, la sua governante che era entrata in casa Bassi ancora bambina, più giovane del marito di 26 anni ed aveva assistito con dedizione ed affetto sua madre Cornelia e sua sorella Carolina Bassi.
La loro vita coniugale durò 20 anni in buona armonia, nell’affetto e  in particolare con l’accordo di portare a termine un progetto, che lo stesso Cesare aveva in mente da tempo. La moglie Giuseppina, tra l’altro,  era l’unica persona di cui egli si fidasse.

Il tirchio e burbero Cesarino, come lo chiamavano i genitori, aveva nel cuore un grande progetto di beneficenza: alla sua morte, avvenuta all’inizio del 1945, lasciò la moglie erede universale, la quale non solo conservò intatto il patrimonio, ma nel suo testamento, aperto dopo la sua scomparsa avvenuta nel 1977, aveva nominato sua erede la Piccola Missione per Sordomuti di via Nosadella, che si trovò proprietaria della villa, della tenuta, degli immobili in Bologna e dei beni appartenenti alla famiglia Bassi.

La stessa Piccola Missione ha dato in conduzione la villa ad una società di ristorazione, che ha sistemato gli edifici e ha conservato quasi integralmente il parco, che conferisce alla zona un particolare fascino paesaggistico.

 
Mappa di Sacerno del 1755, con la chiesa, il crocevia e la croce: a destra il palazzo Patarini, al cui posto verrà costruita Villa Bassi.
 
La planimetria catastale della Tenuta Sacerno.
 
Villa Bassi vista dal Parco, in una foto del 1930.
 
Il rettilineo di via Sacernia.
 
La Primavera e i suoi segni dello zodiaco – Pittura murale nella loggia a pian terreno.
 
Una scena di svago all’aria salubre dei campi, quadri di vita amena dipinto da Luigi Busi  nel Salone dei giochi
 
Statua di una fanciulla, scolpita su modello di una divinità classica, collocata in una nicchia nel vano scale della Villa Bassi a Sacerno.
 
La Signora Giuseppina Allardi Bassi fotografata davanti alla villa.
 
Villa Bassi dopo il restauro.

CREDIT TESTI: Rino Battistini

CREDIT FOTO:
Foto Ghelli – figure: 1 – 8 – 10b – 37
Foto Studio Paride Venturelli – figure: 2 – 4 – 5 – 7 – 9 – 10 – 10a – 14 – 15 – 24 – 35 – 35a – 38 – 39 – 40 – 41 – 42
Salvatore Lumia – figure: 11 – 11a – 11b – 11c – 12 – 23 – 25 – 26 – 26a – 27 – 28 – 34
Franco Trentini – figure: 1a – 3 – 6 – 13 – 16 – 20 – 22 – 29 – 31 – 32 – 42 – 44 – 45 – 49 – 50
Tiziana Bertacci – figure: 30 – 33
Archivio Bassi – figure: 36
Archivio Donini – figure: 43 – 46 – 47 – 48

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